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La lotteria, di S. Jackson


(Immagine tratta dal fumetto di M. Shyman)

Prosecuzione del famoso racconto dell'autrice statunitense Shirley Jackson (potete leggerlo qui, in inglese).

Il sole stava sorgendo, scandendo l’inizio del 27 Giugno. Era già passato un anno dall’ultima lotteria, quella in cui era stata lapidata la signora Hutchinson. Come ogni anno, erano circa le dieci quando gli abitanti del villaggio si stavano radunando in piazza, preparandosi per la lotteria. La “quiete” che c’era tra gli abitanti se ne andò quando videro il sindaco arrivare con la cassetta di legno nera tra le mani. Lentamente, mentre il signor Summers mescolava gli ormai temuti bigliettini, le persone si avvicinarono prendendo posto. Come di routine, Summers iniziò a controllare che tutti fossero presenti e poi iniziò a distribuire i bigliettini. L’ansia saliva ogni secondo che passava, c’era chi si allargava il colletto della maglia, chi stava sudando freddo e chi iniziava a pregare santi che neanche esistevano.

- Va bene, signori. È giunto il momento. Potete aprire i biglietti - disse il sindaco e tutti fecero come detto. Un brusio si alzò nella folla, cercando di capire chi avesse il biglietto. Tutto diventò chiaro quando i presenti si voltarono verso il signor Hutchinson. Era sbiancato e si era lasciato andare atterrendo sulle ginocchia e mettendosi le mani nei capelli.

- Non può essere… - continuava a ripetere a se stesso, mentre gli abitanti del villaggio lo guardavano sconcertati.

- È il secondo anno di seguito… - disse la signora Delacroix al marito.

- Hai ragione tesoro, siamo stati fortunati che non sia capitato a noi. - le rispose stringendola a sé in un abbraccio.

Nel frattempo, tutta la famiglia Hutchinson si era riunita e tutti avevano pescato nuovamente un bigliettino.

- Signori Hutchinson, potete aprire i biglietti - disse il signor Summers ai diretti interessati. Tutti, o quasi, i presenti trattennero il fiato.

- Ho vinto! Ho vinto - disse il piccolo Dave - Guarda papà, ho vinto! Dove è il premio? - chiese il piccolo, entusiasta.

Il signor Hutchinson sbiancò nuovamente, corse dal figlio e prese il suo bigliettino e constatò che aveva davvero preso il bigliettino contrassegnato dal tanto odiato cerchio nero. Anche i presenti erano scioccati ed erano immersi in un silenzio tombale.

- Forza gente, cosa aspettate? I sassi non arrivano nella vostre mani da soli! - disse nonno Warner ridendo.

Subito di alzò un mormorio tra i presenti.

- Che aspettate? Muoviamoci! - disse il vecchio leggermente indispettito per il comportamento dei presenti.

Improvvisamente dalla folla si alzò una voce:

- No! - esclamò la signora Delacroix, stupendo tutti e particolarmente nonno Warner e il signor Summers che avevano già la pietre in mano

- Cosa!? - chiese il signor Summers

- Ho detto no! Non lapiderò mai il piccolo Dave! - disse sicura la signora Delacroix alzandosi in piedi.

- Ma... - il signor Summers fece per parlare, ma la voce del signor Delacroix lo interruppe: - Io sto con mia moglie! Preferisco essere lapidato io, piuttosto che lo sia Davy - Poi si avvicinò al signor Hutchinson e lo aiutò ad alzarsi. Quest’ultimo lo guardava incredulo, ma poi iniziò a ringraziarlo infinitamente. Nel frattempo anche la famiglia Jones, la famiglia Adams e i Graves si erano alzati affiancando i Delacroix nella protesta.

- Ma questa è una tradizione che va avanti da decenni, anzi da centinaia di anni! - esclamò infuriato nonno Warner.

- Non può essere interrotta! - aggiunse Summers, infuriato anche lui. I cittadini si scambiarono sguardi d’intesa e poi prese nuovamente parola la signora Delacroix.

- Infatti quest’anno si svolgerà lo stesso - disse mentre insieme agli altri abitanti del villaggio, si avvicinò con intenzioni ben chiare al signor Summers e al vecchio Warner.

Fu così che la lotteria annuale in qual paese non venne più organizzata. Di lì a poco anche i paesi circostanti seguirono l’esempio dei cittadini del villaggio e si ribellarono, ponendo così fine all’orribile idea della lotteria della morte.

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